Dodici mesi, oltre le migrazioni

Il 14 dicembre alle ore 17.00 presso COMODO64, in via Bologna 92/A a Torino - ha avuto luogo la presentazione ufficiale del calendario 2018 della Cooperativa Animazione Valdocco.  Sono intervenuti, dopo l’introduzione di Beppe Quaglia, Responsabile della Comunicazione della Cooperativa Animazione Valdocco e della fotografa Irene Pittatore: Alberto FerrariRoberta Tumiatti della Cooperativa Animazione Valdocco, l'amico Piero D’Ettorre ed i rappresentanti di Città di Torino e Regione Piemonte.

“Il calendario è lo strumento con cui i soci della cooperativa fanno da sempre gli auguri per un felice anno nuovo a tutti coloro che incontrano nel corso delle attività nelle comunità locali in cui opera” ha affermato Paolo Petrucci, Presidente della cooperativa. Il calendario 2018  ha seguito l’idea che gli oggetti, portatori di un significato sociale, possono diventare un dispositivo per la comunicazione che aiuti a riflettere. “Cosa significa chiedere ad una persona di farsi ritrarre recando un oggetto che richiami qualcosa del viaggio che ha intrapreso, qualcosa di importante? E raccontarlo; raccontarsi. Il calendario 2018 - come afferma Beppe Quaglia - è un avamposto tra gli immaginari. E per gli immaginari.”

Il progetto fotografico di Irene Pittatore non cede all’illusione di poter testimoniare la brutalità dei fatti di cronaca che stanno scrivendo la storia di questo inizio di secolo. Risponde però al desiderio, e a una pratica, di infiltrazione e di prossimità, come lei stessa dichiara. “Ho scelto di operare nei confini (o appena oltre) di un setting complesso, che ha visto compresenti i protagonisti e le protagoniste del servizio fotografico, rifugiati o richiedenti asilo politico, le operatrici e gli operatori dei Servizi (educatori, mediatori, antropologi).”.

Un progetto in cui non si vuole negare la veridicità e l’attualità della fotografia che ci avvicina all’uomo in mare, al salvataggio, alla donna incinta nel giubbotto arancione, agli indumenti lerci della fuga, al filo spinato: il fermo immagine dominante di un viaggio/tragedia che sta avvenendo, che tatua tanto il rifugiato, quanto già il migrante. Noi dobbiamo suggerire –  anche ai grandi fotografi e reporter – che occorre uscire da questo mainstream normalizzato dove sembra non poterci essere mai un “dopo”, spazi di esistenza in cui la persona non è più visibilmente in pericolo, non rappresenta “la vittima”, ha smesso di essere viaggiante.

Il calendario verrà donato alle persone che a diverso titolo incontrano la cooperativa nei territori in cui opera. Realizzato in quattromila copie su un'idea progettuale di Beppe Quaglia, la grafica di Leandro Agostini e la stampa di A4 Servizi Grafici.

Al termine della presentazione, intrattenimento gastronomico a cura di NATIPERSOFFRIGGERE, con la partecipazione di Chef Kumalè (aka Vittorio Castellani)

 

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